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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3630

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[p. 73 modifica] felicità, eredità e simili, ovvero da felicitas, hereditas ec. (8 ottobre 1823).


*    Quanto fosse incerta l’ortografia stessa italiana (che oggi è la piú giusta di tutte) anche nel seicento, cioè nel secolo dopo il miglior secolo della nostra letteratura, veggasi la prefazione all’ortografia del Bartoli (uomo che fra tutti del suo tempo, e fors’anche di tutti i tempi, fu quello che e per teoria e scienza e per pratica, meglio e piú profondamente e pienamente conobbe la nostra lingua), e il consiglio che quivi egli [p. 74 modifica]dà a chi vuole scrivere, di pigliarsi cioè o di formarsi un’ortografia a suo modo, e quella sempre seguire; consiglio che niuno certamente darebbe oggi in Italia ad alcuno, né vi sarebbe piú che una ortografia da poter pigliare, cioè scegliere ec. Ma al contrario era allora, dopo tre secoli e piú che si scriveva la nostra lingua, e ciò da letterati, non sol per uso della vita (8 ottobre 1823).


*    Le forme regolari e perfette ec. de’ participii e supini (e anche de’ perfetti e lor dipendenze) della seconda e terza maniera massimamente da me