<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3669&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205205530</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3669&oldid=-20151205205530
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3669 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 97modifica] solamente comuni ai popoli che tra loro hanno trattato, sono infinite. Bastimi una. L’uso della lingua è necessario alla società. Mirabilissima scoperta è quella della favella. Nondimeno tutti i popoli favellano. Appena gli uomini incominciarono a stringere una società, essi incominciarono a balbettare un linguaggio. La natura stessa lo insegna sino a un certo punto, non solo agli uomini, ma eziandio agli altri animali; agli uomini molto piú ch’ella ha fatto certo piú socievoli. Stringendosi maggiormente la società, e crescendo lo scambievole usare degli uomini, fino a passare i termini voluti e prescritti dalla natura; crebbe necessariamente il linguaggio, e divenne piú potente che la natura non voleva. Tutto ciò dovette necessariamente aver luogo prima che il genere umano si dividesse. Quando e’ si divise, ei parlava di già, non che favellasse. Ciò si prova a maiori e a minori; e perché la società crescente produceva di necessità l’incremento della lingua, e perché questo era necessario all’aumento di quella; perché il genere umano non si sarebbe diffuso, se la società non fosse stata già bene