Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/434

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[p. 466 modifica] [p. 467 modifica]gladium atque versatilem, ad custodiendam viam ligni vitae. (23.24) Vengano adesso i teologi, e mi dicano che la corruzione dell’uomo consisté nella ribellione della carne allo spirito e nella superiorità acquistata da quella, ossia nell’assoggettamento della parte ragionevole e intellettiva. Ovvero che questo fu il proprio effetto della corruzione e del peccato. È vero, e dico anch’io, che allora incominciò quella nemicizia della ragione e della natura ch’io sempre predico, nemicizia che non ha luogo negli altri viventi, provveduti per altro di raziocinio e del principio di cognizione. Ma questa nemicizia, questo squilibrio, questo contrasto di due qualità divenute allora incompatibili, provenne e consisté nell’incremento e preponderanza acquistata dalla ragione; e la degradazione dell’uomo non fu quella della ragione né della cognizione, né l’offuscazione dell’intelletto. Anzi dopo il peccato, e mediante il peccato, l’uomo ebbe l’intelletto rischiaratissimo, acquistò la scienza del bene e del male e divenne effettivamente per questa, quasi unus ex nobis, disse Iddio.