Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4379

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[p. 319 modifica] date d’anni (cioè de’ minimi indizi di tempo ne’ libri antichi), rannuvola piú che non illustra la storia letteraria; e il rigettarle tutte, o fondare sistemi sopra le incerte, ha diviso novellamente i tre critici maggiori della età nostra in Epicurei, Pirronisti, e Stoici. Payne Knight, critico stoico. - Discorso, § 15. Un verso del libro sesto dell’Iliade basta a Wolfio, non solo a dare corpo, forza ed armi alla ipotesi del Vico, che Omero non abbia scritto poemi, ma inoltre a desumere in che epoca della civiltà del genere umano fosse incominciata la Iliade, e in quanti secoli, e per quali accidenti fosse continuata e finita, forse per confederazione del caso e degli atomi d’Epicuro (apparentemente Foscolo non avea letto Wolfio). Heyne disponendo fatti, tempi e argomenti a cozzar fra di loro, forse per investire la filologia del diritto di asserire e negare ogni cosa, indusse il pirronismo nell’arte critica; e chi lo consulta,

mussat rex ipse Latinus
Quos generos vocet aut quae sese ad foedera flectat.


(vuol dir che Heyne intorno alle questioni sopra Omero non si decide, e tiene il metodo dell’Accademia, in utramque partem disputandi). Al caso e agli atomi [p. 320 modifica]di Wolfio e al pirronismo di Heyne si aggiunse con alleanza stranissima lo stoicismo affermativo di Payne Knight illustratore recente di Omero; e incomincia: Octogesimo post Trojam captam anno, Mycenarum regnum tenente Tisameno Orestis filio jam sene, magna et infausta mutatio rerum toti Graeciae oborta est ex irruptione Dorum (Carmina Homerica a Rhapsodorum interpolationibus