Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/438

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[p. 469 modifica] né mobile, né altra forza, eccetto l’estrinseche, che lo possa determinare, e definirne la scelta. Qualunque essere non è macchina, ha bisogno di credenze per vivere. Dunque anche gli animali, se non sono purissime macchine: dunque hanno anch’essi il principio di ragionamento, senza cui non v’é credenza, perché il credere non è altro che tirare una conseguenza.

Ma io dico credenze, non cognizioni. L’oggetto della cognizione è la verità; l’oggetto della credenza è una proposizione credibile, e dico credibile relativamente in tutto e per tutto alle qualità generali o individuali, essenziali o accidentali dell’essere che crede, perché una cosa può esser credibile a una specie o genere e non ad un’altra; a un individuo di quella specie o genere, e non ad un altro; a questo medesimo individuo oggi, e non domani.

La verità dunque non entra in questo discorso, ma solo bisogna sapere quali determinazioni a credere siano atte a produrre una determinazione ad operare, vantaggiosa (e questo veramente) all’essere pensante e [p. 470 modifica]vivente; e perciò quali determinazioni a credere, o sia quali credenze, sieno atte a produrre la sua felicità.

Io dunque dico che queste credenze determinanti l’uomo bene (cioè non altro che convenientemente alla sua propria e particolare essenza), e perciò conducenti