Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/652

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[p. 114 modifica] vedrete quanto la curiosità sia piccola leggera e debole nell’uomo primitivo; come non gli cada mai nella testa il desiderio di saper quelle cose che non gli appartengono o che sono state nascoste dalla natura (per esempio le cose fisiche, astronomiche ec., le origini, i destini dell’uomo, degli animali, delle piante, del mondo); com’egli sia incapace d’intraprendere qualche seria operazione per informarsi di cosa veruna, e molto meno di cosa difficile a conoscersi (e queste sono appunto quelle che non si dovevano conoscere e l’ignoranza delle quali basta alla felicità dell’uomo, ancorché informato di altre cose facili ed ovvie). Piuttosto l’immaginazione sua supplisce e gli fa credere di sapere una causa, che realmente non è quella ec. Insomma, non è niente vero che l’uomo sia portato irresistibilmente verso la verità e la cognizione. La curiosità, qual è oggidí e da gran tempo, è una di quelle qualità corrotte con uno sviluppo e un andamento non dovuto, come tante altre qualità, passioni ec. buone ed utili, anzi necessarie in