Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/658

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[p. 117 modifica] gode del piacere che deriva da lei e se ne contenta. Cosí che la curiosità primitiva non porta l’uomo naturalmente, se non a desiderare e procurarsi la cognizione di quelle cose ch’essendo facili a conoscere (e l’uomo naturale desidera di conoscerle fino a quel punto fino al quale son facili), e quindi non essendo state nascoste dalla natura, la cognizione loro non nuoce all’ordine primitivo, non altera l’uomo, non isconviene alla sua natura, non pregiudica alla sua felicità e perfezione; non entrando quei tali oggetti nell’ordine delle cose che la natura ha voluto fossero sconosciute e ignorate. Cosí si vede anche negli altri animali (14 febbraio 1821). [p. 118 modifica]


*    La ragione di quanto ho piú volte osservato circa la difficoltà, anzi impossibilità, di riuscire in quelle cose che si fanno con troppo impegno, e tanto piú quanto queste cose sono naturali e quanto la perfezione loro consiste nella naturalezza, è questa. Non riesce bene e secondo natura se non quello che si fa naturalmente.