Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/730

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[p. 154 modifica] questa noia, in questa frivolezza di occupazioni o piuttosto dissipazioni, senza scopo, senza vita, insomma senza né patria né guerre né carriere civili o letterarie né altro oggetto di azioni o di pensieri costanti, l’italiano non è capace di sentir nulla profondamente, né difatto egli sente nulla. Tutto il mondo essendo filosofo, anche l’italiano ha tanto di filosofia che basta [p. 155 modifica]e per farlo sempre piú infelice e per ispegnergli ovvero intorpidirgli l’immaginazione, di cui la natura l’avrebbe dotato; ma non quanta si richiede a conoscere intimamente le passioni, gli affetti, il cuore umano e dipingerlo al vivo; oltre che, quando anche potesse conoscergli, non saprebbe dipingergli, giacché bisogna convenire che all’italiano d’oggidí manca la massima parte di quello studio ch’è d’uopo per iscriver cose, come son queste, difficilissime. Sicché l’italiano, ancorché si metta a scrivere col cuore profondamente commosso, o sullo stesso incominciare non trova piú nulla e, non sapendo che si dire, ricorre ai generali,