Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/828

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[p. 208 modifica] piú luogo dove posarsi né oggetto al quale indirizzarsi dentro a’ confini di questa vita, passa finalmente al di là e si ferma ne’ posteri, sperando l’uomo da loro e dopo morte quel piacere, che vede sempre fuggire, sempre ritrarsi, sempre impossibile e disperato di conseguire, di afferrare in questa vita. E si riduce l’uomo a questo estremo, perché, come il fine della vita è la felicità e questa qui non si può conseguire, ma d’altra parte una cosa non può mancare di tendere al suo fine necessario, e mancherebbe se mancasse del tutto la speranza, cosí questa, non trovando piú dimora in questa vita, arriva finalmente a collocarsi al di là di lei, colla illusione della posterità. Illusione appunto piú comune negli uomini grandi, perché, laddove gli altri, conoscendo meno le cose o ragionando meno ed essendo meno conseguenti, dopo infiniti parziali disinganni e delusioni continuano pure a sperare dentro i limiti della lor vita, essi, al contrario, ben persuasi e ben presto, cioè con poche esperienze, disperati dell’attuale e vero piacere in questa vita, e d’altronde