Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/852

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[p. 221 modifica] considerata e non assolutamente, che poteva convenire ad un tempo, dove né la ragione, né le cognizioni esatte, né la filosofia, né l’esattezza assolutamente, né il commercio scambievole delle nazioni e de’ loro individui fra essi, avevano fatto progressi paragonabili in grandezza né in estensione agli odierni. E si può anche notare che, siccome erano ancora i tempi della immaginazione e non della ragione, cosí, sebben quella è varia, e questa monotona, e uniforme dappertutto, contuttociò quella stessa immaginazione che regolava quella lingua fra i greci poneva anche gli altri popoli, ancora governati dalla immaginazione, in grado di adattarsi senza troppa difficoltà a quella lingua, come conforme al carattere di que’ secoli e di trovare corrispondente alla propria inclinazione la naturalezza di quella lingua (parola che io intendo qui di opporre alla ragionevolezza e geometria e di adoperarla in questo senso). [p. 222 modifica]Egli è evidente che quanto piú l’andamento di una lingua è naturale, semplice, facile e non capriccioso presso gli scrittori,