Pensieri e giudizi/VI/III

Da Wikisource.
../II

../IV IncludiIntestazione 7 gennaio 2012 100% saggi

VI - II VI - IV
[p. 129 modifica]

III.


È uno spettacolo sublime! Da un lato la cieca inconsapevole prepotenza della Natura che devasta le Calabrie, atterra Messina, schiaccia migliaia di vite umane con la indifferenza di un piede villano che calpesta un formicaio; dall’altro lato un sollevamento, uno slancio di picciolette anime umane, che, svegliate bruscamente dai loro sogni di ricchezza, di gloria, di felicità, si stringono in un patto di fratellanza, muovono da tutte le parti del mondo a frenare, a domare, a debellare l’immanità delle forze nemiche.

Il sole ritorna a sorridere nell’azzurro, le furie scatenate del mare rientrano nei loro algosi letti; la Fata Morgana siede al telaio d’oro ed intrama la tela iridata su la terra ove pur dianzi erano giardini olezzanti di voluttà, ed ora non sono che monti di desolazione e sepolcro di morti e di mal vivi. Ed ecco la magica trama si stende su le due rive abitate dalla Morte, s’incurva come [p. 130 modifica]un ponte di crisoliti e di rubini, sotto a cui passa impavido Odisseo, l’uomo dal multiforme ingegno, l’osservatore instancabile, il pellegrino perpetuo, in cerca di pace e di libertà; passa impavido fra le caverne divoratrici intronate dagli ululati di Scilla; passa tra le perfide lusinghe delle sirene, agguerrito a tutti i pericoli, pronto a lottare col mostro posidonio, suggellare nell’eterna cecità l’occhio sanguinoso di Polifemo, della tirannide bestiale che si ciba di viscere umane.

E il ponte si va popolando di una teoria infinita di generosi che, cinconfusi da una luce di amore e di carità, corrono dai quattro venti della terra a soccorrere i fratelli percossi dalla sventura, ad affrontare gli stessi pericoli, a sfidare la Natura e la Morte. Ai lor passi la terra desolata si agita, le macerie si aprono qua e là, come sollevate da un’intima forza, e gemiti, e parole e figure umane deformate dalla morte si levano... Oh, scarne tremule braccia brancolanti nel vuoto, disserrate come a un ultimo amplesso! Oh, venerabili fronti canute, spaccate e sanguinanti su le guance disfatte! Oh, profili di giovinette, con la bocca dischiusa a un ultimo accento di amore disperato! Oh, labbra di bambini abbandonati, semiaperte come a cercare la poppa materna! Verso di voi si slanciano i superstiti derelitti, sorridendo e piangendo.... Ma, ahimè, non abbracciano che ombre ed immagini vane; mentre una nuova, meravigliosa visione li attira, li commove, li esalta...

[p. 131 modifica]Ecco, un fremito di vita spira consolante su le rovine; ecco, le umane fatiche suonano vittoriose, e risplendono al sole. Le calabre spiagge rifioriscono; Messina gloriosa risorge!