Piano regolatore di Roma 1883 - Relazione/Prolungamento della via del Tritone

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Prolungamento della via del Tritone


Se si prolunga in linea retta l’attuale via del Tritone passando dietro il Ministero di agricoltura, industria e commercio, a traverso la cavallerizza del palazzo Poli, pel vicolo del Mortaro allargato, a fianco della Chiesa di Santa Maria in Via, e a traverso il caseggiato posto fra le vie di S. Claudio e Cacciabove, si viene a sboccare sul Corso incontro al portone d’ingresso del palazzo Chigi, con un rettifilo di 700 metri di lunghezza.

Anche questo sarebbe di un magnifico effetto veduto dal Corso, e favorirebbe il movimento diretto verso la via della Scrofa e dell’Orso. Ed è per tale ragione che nel piano regolatore fu segnata la correzione delle vie degli Uffici del Vicario, della Stelletta e dell’Orso, dove si trova uno dei nuovi ponti sul Tevere, per accedere al quartiere in Prati di Castello. Questo andamento non offre difficoltà tecniche; ma potrebbe produrre una qualche difficoltà di transito alle vetture, che sboccando innanzi al Palazzo Chigi dovessero traversare il Corso a Piazza Colonna: la traversata infatti non risultando diretta, le vetture sarebbero obbligate a volgere a manca sul Corso per un breve tratto e rivolgere poi a destra per piazza Colonna. Per togliere questo difetto (che poi non è grave come si crede, e come la esperienza dimostra, giacché in Roma sonovi parecchie vie importanti che sboccano in Corso od altrove, senza il [p. 85 modifica]riscontro immediato di altra via) si sarebbe ideata dall’ufficio tecnico una piazzetta semielittica allo sboccare della Via del Tritone sul Corso, nel centro della quale si collocherebbe un ostacolo, per esempio la fontana di Piazza Colonna, che obbligherebbe le vetture a girarlo ed a trovarsi in direzione normale alla via del Corso nel traversarlo per entrare in Piazza Colonna. Il vicolo Cacciabove si sopprimerebbe nel suo primo tratto, e un ramo della curva di quella piazzetta taglierebbe il fianco del palazzo Piombino. La Commissione però prendendo in esame il descritto progetto, ha voluto studiare se non convenisse meglio, per uscire da ogni difficoltà, traversare il Corso mediante l’allargamento del vicolo Cacciabove fino incontro la Chiesa di S. Maria in Via; ma si è riconosciuto che ne risulterebbe un risalto incomodo come quello che spezzerebbe in due tratti discontinui il proseguimento della via del Tritone.

D’altronde il progetto del rettilineo incontro al Palazzo Chigi, era già stato approvato dal Consiglio nel piano del 1873, e fino da allora una tale opera sembra desiderata dal pubblico, tanto per l’effetto, che per la facilità dell’accesso alla Piazza Barberini. Abbiamo perciò accettato il partito designato nel piano in quanto al rettilineo, ma non siamo stati tutti d’accordo nell’accettare la formazione della piazzetta semielittica allo sbocco sul Corso. Quantunque il Direttore dell’ufficio tecnico ne sostenesse e il concetto e l’effetto, ed avesse fautori, tuttavia la maggioranza ha ritenuto che l’apertura di una piazzetta sì prossima alla piazza Colonna possa nuocere al carattere regolare e singolarmente bello di questa; e quindi fu escluso l’emiciclo, [p. 86 modifica]sostituendo semplici smussi agli angoli dei fabbricati all’ingresso della nuova via. La quale poi concordemente non è considerata necessaria al movimento, quanto l’altra antecedente descritta fra le Piazze di Sciarra e del Pantheon.