Gasparino era un bamboccio
Assai florido e grassoccio.
gli avea fresca la guancia,
E ben tonda avea la pancia.
Si mangiava ogni mattina
Con piacer la minestrina.
Ma un bel giorno, cominciò
A gridar: «Io non la vo’!
No, no, no,
La minestra, io non la vo’!»
Dopo un giorno Gasparino
S’era fatto magrolino.
Ma a gridar ricominciò:
«La minestra, non la vo’!
No, no, no.
La minestra, io non la vo’!»
Gasparino, il dì seguente,
Diventato è trasparente.
Ma ostinato ancor gridò:
«La minestra più non vo’!
No, no, no,
La minestra più non vo’!»
Ecco il quarto dì venuto!
Gasparino è sì sparuto,
Che in piè reggersi non sa,
E davvero fa pietà.
Pesa men d’un moscerino
L’infelice Gasparino!
Quattro giorni ha digiunato,
Ed al quinto è già spacciato!
Qual pietra sepolcrale ha una zuppiera,
Eppur sì vispo e sì leggiadro egli era!!