Poemetti italiani, vol. I/A' leggitori

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Vincenzo Marenco

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Poemetti italiani, vol. I

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A’ LEGGITORI.


Hanc saltem auferri laudem prohibete latinis
Artibus emineat semper studiisque Minervæ
Italia.
Vid. Poet. II.


Il genere di Poema, di cui intraprendiamo di dare al Publico una scelta raccolta, non può a meno d’accoppiare in se il pregio d’una utile istruzione a quello d’un sempre vario, e rinascente diletto risultante dai diversi argomenti, e metri de’ Poemetti, che abbiamo raccolti.

Per quanto pregievole sia, e di sua natura attrattiva la poetica facoltà, i più seriosi do[p. iv modifica]veri di società non lasciano a chicchessia un libero campo di abbandonarvisi troppo, e di sempre gustare in lunghe Illiadi il nettareo sapore de’ carmi. Per altra parte le Poesie che fuggitive si chiamano, di qual genere riputar si debbono le canzoni, i sonetti, e simili, non lasciano in noi che una passaggiera, e lieve impressione proporzionata alla breve loro, e veramente sfuggevole costruzione.

I Poemetti adunque, che seco non portano una troppo lunga, nè troppo breve occupazione, avranno sicuramente il pregio di presentare agli amatori di così gentile facoltà un pascolo utile insieme, e dilettoso, che senza distorli troppo lunga pezza dalle più gravi incombenze, non lascia però di fare negli animi loro una tal quale durevole impressione. [p. v modifica]

A quest’effetto rimarranno esclusi dalla nostra raccolta que’ Poemetti, che, quantunque parti di eccellenti autori, o non avessero pregio di favola, o d’istruzione, oppure per la propria mole dovessero ingombrare oltre la metà d’un nostro volume, e ci togliessero così uno de’ precipui mezzi che ci siamo proposti di recar diletto colla varietà de’ metri, e de’ generi a’ nostri leggitori; mentre per adattarci appunto ai diversi gusti abbiamo posto cura di frammischiare in ciascun volume Poemetti favolosi, e didascalici, serj, e faceti, ed anche di sacro argomento memori col Vida che

          . . . . . . . . . . celebranda reperti
Ad sacra sunt versus primum laudesque Deorum.

Siccome poi una raccolta per ordine cronologico di secoli, ed autori parve cosa più acconcia per chi l’intero Italiano Parnaso [p. vi modifica]avesse avuto in animo di raccogliere, che per chi un solo ramo delle poetiche nostre ricchezze si è proposto di seguitare, così innestando in ogni volume a’ Poemetti dell’aureo secolo alcuni de’ susseguenti, e dell’età nostra, abbiamo creduto di poter in tal guisa incontrare più agevolmente il genio e di coloro, che giusta venerazione professano ai primi Padri dell’Italica Poesia, e di coloro, che senza volersi onninamente pascere di pretto trecentismo non hanno discare le produzioni de’ moderni.

Un ben inteso zelo di patria gloria ci ha pure animati a porre in lista moltissimi Poemetti da’ nostri concittadini dettati, e ad inserirne almeno due per ogni volume, acciò dimostrando, che anche in questa Provincia di poetica ragione può vantare la patria nostra un assai proporzionato numero di va[p. vii modifica]lenti cultori, vengano ad essere più compiutamente rimbeccati coloro, che dietro forse la leggiera asserzione del nostro Barretti tolsero ad affermare non avere i Piemontesi talento adatto alla poesia.

Avevamo in animo di far precedere di mano in mano un ragguaglio delle vite degli autori compresì nella nostra raccolta, ma il considerare, che per la maggior parte dei più eccellenti autori sono quelle state di fresco compendiate dal chiarissimo raccoglitore dell’Italico Parnaso, abbiamo giudicato sufficiente per noi l’additare in fronte de’ Poemetti la patria degli autori, e ci siamo ristretti a compilar brevemente alcuna memoria de’ trapassati nostri concittadini, di cui avremo ad inserire le produzioni.

Siccome pure non è nostro intento di iniziare alcuno ne’ precetti della poetica, nè [p. viii modifica]della Toscana favella, ci siamo pure astenuti da ogni specie d’annotazione, alla riserva di quelle poche che ci parvero indispensabili, o ci vennero da’ viventi autori raccomandate, persuasi, che il far nuotare i testi in un mare di comenti, e di note, invece di apportare diletto, e rischiarimento, serva piuttosto ad ingenerare fastidio, ed inescusabile confusione.