Poesie (Altoviti)/II

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II

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I III


 
Qual fé Pigmalïon, mosso el gran Giove,
l’un per l’immago, e l’altro in pioggia d’oro
cadde nel dolce albergo al bel tesoro,
4lasciando ’l cielo ed altra luce altrove,

e quel che ’l terzo ciel nutrica e move
m’assembra; addunque dal celeste coro
veggo Ciprigna al giovenil lavoro
8dal mar, che, quand’è ’l sol, il dì rinnove.

E te, spirto gentile, amor t’ha preso
a quella che ’n virtute ogn’altra eccede,
11onor del mondo e della nostra etate.

E come in fiamma sta carbone acceso
e ch’è la luce suo chiara si vede,
14così in bellezza sta sua onestate.