Poesie (Antonio di Guido)/IV

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IV

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III V


 
Con lagrime sovente a te, signore,
mandato son per farti manifesto
il dolor di colui, che pronto e presto
4è a far quel che gradisce il tuo core.

E’ piange e dice: «E’ non puose unqu’Amore
a cosa posseder d’umor terresto,
ma sol nel mio mirar grave e modesto
8mi fece infimo servo al tuo valore.

Ma poi che piace a’ cieli, alla fortuna
ch’i’ lasci or la tua splendida figura,
11la quale avria scolpita in mille versi,

da quel Re infuor che regge la natura
non amerò già mai piu cosa alcuna,
14n’ può né sa né vuol di te dolersi.