Poesie (Campanella, 1915)/Poesie postume/III. I Canti del carcere/10. Sonetto di rinfacciamento a Musuraca

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10. Sonetto di rinfacciamento a Musuraca

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10. Sonetto di rinfacciamento a Musuraca
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Sonetto di rinfacciamene
a Musuraca

Temendo il tuo signor possente e forte
dici che mi tradisti, o Musuraca:
scusa, che solo i parasiti placa
della fortuna nell’ingiusta corte.
Ma perché pria le vesti mi trasporte?
perché in legarmi il tuo stuolo s’indraca?
perché tua industria alla mia morte vaca?
perché sul capo mio giochi a la sorte?
La vita, che dovevi al padre mio,
così la rendi, sconoscente, ingrato?
Ben ti castigará l’infamia e Dio.
Aimè! che, a tempo d’infelice stato,
resta di amico, di giusto e di pio
solo il nome, in coverta del peccato.