Poesie (Campanella, 1915)/Poesie postume/IV. Rime amorose/13. Sonetto di sdegno

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13. Sonetto di sdegno

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Sonetto di sdegno

Donna, dissi talor che gli occhi vostri
eran del ciel due fiammegianti stelle:
dicolo ancor, ma di quell’empie e felle
ch’apportan peste, ira, serpenti e mostri.
E dissi ch’eran fiamme: or, con inchiostri,
che sian fiamme il redico, ma di quelle
che tormentan l’inique alme rubelle,
sulfuree e smorte, ne’ tartarei chiostri.
E dissi che il sembiante e che il crin era
di dea: or questo affermo, ma d’Averno,
di Tesifon, d’Aletto e di Megera.
Il vero allor conobbi, il vero or scerno;
vera fu allor mia voce, or anco è vera:
ché allor voi paradiso, or sete inferno.