Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/LXXVIII

Da Wikisource.
LXXVIII

../LXXVII ../LXXIX IncludiIntestazione 27 settembre 2008 75% poesie

LXXVII LXXIX

 
Da poi che ’l corpo infastidito vome
voci roche e ’nterrotte e strani accenti,
volgesi allora a l’alma e dice: «Attienti!
ché ’l dosso non ci regge a sì gran some ».

Così convien che si gastighi e dome
quel tristo fascio, poi che gliel consenti;
ma, come fuor d’affanni uscir ti senti,
così spesso si gabba il santo e ’l nome.

Però libero albitro e ragion pose
per miticar la carne, ond’ esce il merto,
che ne può far posar fra gli altri eletti.

Nell’antiveder suo chiaro e aperto
mai ci necessitò, ma ben dispose
per tôrre i dubbi a’ fantastichi obietti.