Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/LXXVIII
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Francesco d'Altobianco Alberti - Poesie (XV secolo)
LXXVIII
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Da poi che ’l corpo infastidito vome
voci roche e ’nterrotte e strani accenti,
volgesi allora a l’alma e dice: «Attienti!
ché ’l dosso non ci regge a sì gran some ».
Così convien che si gastighi e dome
quel tristo fascio, poi che gliel consenti;
ma, come fuor d’affanni uscir ti senti,
così spesso si gabba il santo e ’l nome.
Però libero albitro e ragion pose
per miticar la carne, ond’ esce il merto,
che ne può far posar fra gli altri eletti.
Nell’antiveder suo chiaro e aperto
mai ci necessitò, ma ben dispose
per tôrre i dubbi a’ fantastichi obietti.