Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/XLIII

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XLIII

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Io ci veggo d’ogni erba mescolanza
di stran costumi e salvatichi modi,
notai intarlati e giudici da Lodi,
iscorridor per ogni vicinanza.

Chi la vuole a buttino è buona usanza,
chi puttaneggia e chi radoppia i frodi,
que’ della Grascia dicon ch’ognun godi
per dare spaccio al resto che ci avanza.

Verità dorme e lealtà ci è morta
buona fé crede a chi le man gli porge,
poi fiacca il collo a colui che la porta.

Bugia e presunzion, che ’l fatto iscorge,
di condurci alla mazza si conforta
perch’ogni dì maggior male ne sorge.

Stolto è chi non s’accorge
ch’alfin qui s’ha [a] ridur di punto in breve,
ch’asin qual dà in parete e tal riceve.