Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/XXXIV

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XXXIII XXXV

 
Sara’ne tu però di me contenta
se ’l servo tuo, per te mal conosciuto,
soccorso attende e nolli porgi aiuto?

Che sarai, poi ch’arai visto in efetto,
dopo molti sospiri, angosce e doglie,
terminar la sua vita aspra e noiosa?

Nulla; ché, se t’è grato, a lui in dispetto
fie il viver più, poi ch’è contro a tue voglie,
se questo è quel che mi par ti riposa.

Ma, se non è, diventa omai pietosa,
e ricompensa il tempo c’hai perduto,
ch’ancor vorrai, e non ti fia creduto!