Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/Giunta in Bergamo risposta all'epistola dello stesso

Da Wikisource.
Giunta in Bergamo risposta all'epistola dello stesso

../Partendo da Verona allo stesso ../Risposta ad altra epistola dello stesso IncludiIntestazione 27 aprile 2022 75% Da definire

Giunta in Bergamo risposta all'epistola dello stesso
Partendo da Verona allo stesso Risposta ad altra epistola dello stesso

[p. 211 modifica]

GIUNTA IN BERGAMO

RISPOSTA ALL’EPISTOLA

DEL

DELLO STESSO


EPISTOLA


Misti col pianto e di amarezza aspersi
     A quelle ch’io lasciai felici rive
     3Testimon del mio duolo itene o versi,
Ite miei versi a lui che di sì vive
     Fiamme in me desta incendio, e gli narrate
     6Come dolente la sua Nice or vive.
Poichè le dolci oh Dio! piagge beate
     Che il bell’Adige infiora abbandonai
     9Tutte l’ore a me son torbide e ingrate.
Altro non veggio fuor che affanni e guai
     Ovunque a me d’intorno il guardo giro,
     12Altro, lassa! non fo che metter lai,
E quasi ancor contro del ciel mi adiro
     Che pur mi addusse a la mia patria in seno.
     15Ma dove te mio ben più non rimiro;

[p. 212 modifica]

Te più non veggo. A che il regal terreno
     Che la Senna superba irriga e parte?
     18A che corsi a veder la Sonna e il Reno,
E varie genti di natura e d’arte?
     Tant’opre a che mirai, s’or non poss’io
     21Rammentarle con teco a parte a parte?
Se alla cara tua voce il canto mio
     Accoppiar non mi lice a che il favore
     24Giovar mi puote del Castalio Dio?
Ahi! più non odo i carmi onde il tuo amore
     Palesar mi solevi, ed onde ognora
     27Tanta dolcezza mi scendeva al core.
Carmi soavi a me dovreste ancora
     Esser cagion di gioja, e pur soltanto
     30Il rimembrar di voi lassa mi accora!
Forse mentr’io mi struggo in duolo e in pianto
     Forse rivolti a celebrar voi siete
     33Donna che del mio mal si ride intanto.
Carmi spergiuri, voi che le secrete
     Nostre fiamme cantaste altra che Nice
     36Alle selve insegnar dunque potrete?
E tu crudele... Ah no di un’infelice
     Abbi pietà, se troppo rio sospetto
     39Or tali accenti da’ miei labbri elice;
Perdona, e in essi ancor leggi il mio affetto.