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25 ottobre 2015
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<dc:title> Primo vere </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Gabriele D'Annunzio</dc:creator>
<dc:date>1880</dc:date>
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20151025111126
Primo vere Gabriele D'Annunzio 1880
Con tenue murmure l'Adria velivolo
da 'l lido torrido di fulve sabbie
lunge lunge sfumava
in un colore glauco.
5 Sovra le candide tende che ascondono
a li occhi cupidi l'ignude veneri
con un sorriso d'oro
da 'l ciel guardava Apolline:
e su pe' vitrei flutti fremeano
10 risate amabili, vocine tremule,
ed i piedini bianchi
ad ora ad or mostravansi...
Fra i larghi lintei scossi da l'aure
intravedeansi candori nivei:
15 sol le fanciulle ardite
fuor de' coperti usciano.
E c'era Dàlia ne 'l velo roseo,
c'era Valeria da 'l viso pallido,
c'era Lille la bruna,
20 Ida, Matilde, Giulia...
Ma tua, mia Lilia, fra quel femmineo
stuolo tutt'ilare scherzavi, e nitido
parevi astro che asconda
l'altre luci co 'l raggio.
25 Com'eri splendida!... Le trecce madide,
a' nodi indocili, cadean su gli omeri:
da la negletta veste
bianche beltà sfuggivano.
I risi e gl'incliti vezzi di Venere
30 da li occhi ceruli ti traluceano:
melodïosi accenti
da' tuoi labbri volavano...
Ed ora un piccolo grido di gioia
mettevi, e rapide l'altre accorrevano,
35 e tu mostravi ad esse
una bella conchiglia.
Ed or gli aligeri che s'inseguiano
pe 'l sereno aere guatavi: od ilare
palma battevi a palma
40 verso le cimbe ondivaghe...
Tal pe 'l fluttisono mare la cipria
Diva e le Grazie lievi scorreano:
un profumo d'elisie
rose molcea quell'aure:
45 e l'occhi-glauche figlie di Dòride
a stuol seguivano l'aurëo cocchio,
spargendo intorno perle
lucenti e alati cantici...
Ma io con estasi dolce guardàvati,
50 e un foco ardeami le vene e l'anima,
e da quel dì t'amai,
o mia divina Lilia.
Soave effluvio mi parve l'aere;
la terra parvemi fiorenti e giovine;
55 l'acque intorno frementi
e mi parvero musiche.