Prose della volgar lingua/Libro terzo/LXXIX

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Terzo libro – capitolo LXXIX

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Libro terzo - LXXVIII

Con le quali parole avendo Giuliano dato fine al suo ragionamento, egli da seder si levò; appresso al quale gli altri due parimente si levarono, partir volendo. Ma mio fratello, che pensato avea di tenerli seco a cena, e aveala già fatta apparecchiare, partire non gli lasciò, pregandogli a rimanervi. Onde essi, senza molte disdette, di fare ciò che esso volea si contentarono. E messe le tavole, e data l’acqua alle mani, tutti insieme lietamente cenarono. E poscia al fuoco per alquanto spazio dimorati, sopra le ragionate cose per lo piú favellando, e spezialmente messer Ercole, il quale agli altri promettea di volere al tutto far pruova se fatto gli venisse di saper scrivere volgarmente, essendo già buona parte della lunga notte passata, gli tre, mio fratello lasciandone, si tornarono alle loro case.