Terzo libro – capitolo XLVII
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01 ottobre 2009
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Saggi
<dc:title> Le Prose della volgar lingua </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Pietro Bembo</dc:creator>
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20110421001146
Le Prose della volgar lingua - Terzo libro – capitolo XLVII Pietro Bembo1525
Ora sí come voce condizionata del presente è questa Io ami, cosí è del passato di questa medesima qualità Io abbia amato, e del futuro Io abbia ad amare overo Io sia per amare. E sí come è altresí condizionata quest’altra pure del presente tempo Io amerei, cosí è del passato Io averei amato, e del futuro Io averei ad amare o Io sarei per amare. E ancora sí come è del medesimo presente condizionata voce Io amassi, cosí è del passato Io avessi amato, e del futuro Io avessi ad amare o pure Io fossi per amare; e queste voci tutte parimente si torcono per le persone e pe’ numeri, come le loro presenti fanno, delle quali s’è già detto. È oltre acciò un’altra condizionata voce del tempo che a venire è, e insieme parimente di quello che è passato, ciò è che nel futuro il passato dimostra in questo modo, Io averò desinato; al qual modo di dire la condizione si dà, ché si dice: Io averò desinato, quando tu ti leverai. E questa voce tuttavia, se si pone alle volte senza la condizion seco avere, non vi si pon perciò mai, se non di modo che ella vi s’intende, sí come è a dire Allora io averò desinato o A quel tempo io averò fornito il mio viaggio o somigliantemente; ne’ quali modi di dire quella voce Allora, o quell’altre A quel tempo, che si dicono, o simili che si dicessero, ci ritornano o ci ritornerebbono in su la condizione, di cui conviene che si sia davanti detto o si dica poi.