Ricordanze della mia vita/Parte terza/LXXIV. Sul punto di partire

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LXXIV. Sul punto di partire

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LXXIV

(Sul punto di partire).

Baia di Cadice, 15 febbraio 1859.

 Gigia mia carissima,

Il signor Salvatore Pandolfi, chirurgo dello Stromboli, è una gentile persona, che mi ha fatto gentilezze, ed ha avuto cure affettuose per tutti. Io l’ho pregato di venire da te al suo ritorno in Napoli, e darti a voce mie nuove, e dirti tante cose che io non saprei scrivere. Egli ti dirá come io ho veduto ed abbracciato Raffaele nostro, e tutto ciò che ti ho scritto a lungo in una lettera che spero ti verrá per la posta, ed in un’altra che ho consegnato al comandante Cafiero. Ti dirò ancora che sto bene, e come sono stato per tutto il tempo di questa noiosa dimora innanzi Cadice, e come e quando io parto finalmente di qui. Tu accoglierai questo signore con la cortesia che tu suoli, e come io desidero.

Dunque io aspetto Raffaele a New-York, e con lui tornerò in Inghilterra. Se tu, o Gigia mia, avessi veduto quel caro nostro figlio, con una bella divisa indosso, svelto, bene parlante, franco, giovanilmente ardito, ammirato da tutti, tu avresti avuta la consolazione che ho avuto io, e saresti stata compensata di gran parte dei dolori che hai sofferti. Il dottore ti narrerá ogni cosa, e tu fagli ogni dimanda, perché quanto io so, quanto io ho udito da Raffaele, tutto gli ho detto, ed egli te lo ripeterá.

Forse partiremo dimani, al piú diman l’altro.

Facilmente dimani saremo trasbordati su la nave americana: però finisco perché debbo consegnare la lettera.

Addio, diletta mia. Da New-York scriverò a P(anizzi), ed egli ti fará pervenire la mia lettera.

I miei rispettosi saluti ai tuoi cugini. Ti abbraccio caramente.

Luigi tuo.