Rime (Andreini)/Sonetto CLXVIII

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Sonetto CLXVIII

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SONETTO CLXVIII.


M
ille strali d’Amor nel petto affissi

Colpa de gli occhi tuoi crudo portai,

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     Lagrime di dolor per tè versài,
     E ’n rapid’onda la mia pena scrissi;
Per tè languendo in fiera morte io vissi,
     E mercè invano al servir mio sperai,
     Per tè sommersa al fin (lassa) restai
     Ne i penosi d’Amor profondi Abissi;
Ma se tropp’arsi, e fui leale amante,
     Ben hor cangio pentita e voglia, e stile,
     E del mio vaneggiar meco mi sdegno.
Ah più non sia, che del mio duol ti vante.
     Vegg’hor mio fallo; e sò che al cor gentile
     Servitù disprezzata è giogo indegno.