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Rime (Andreini)/Sonetto CLXXXVII

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Sonetto CLXXXVII

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Sonetto CLXXXVI Sonetto CLXXXVIII

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SONETTO CLXXXVII.


N
Emico Amor anco à miei danni sorgi?

Ah non sia ver. deh per pietà mi presta
     Signor aìta, e da sì rèa tempesta
     Al porto di salute homai mi scorgi.
Sò, che del frale mio poter t’accorgi,
     Che schivar non potrà quel, che m’appresta
     Danno Fortuna al ben oprar molesta,
     Se benigno tua destra à me non porgi.
Con le lagrime accuso il fallir mio,
     E seguir ti vorrei, ma lusingando,
     Il Mondo, ancor fà, ch’io mi volga indietro.
Sì contrario è l’effetto al mio desìo;
     Perisco (ohime) terreno ardor mirando
     Se ’l bramato soccorso io non impetro.