Rime (Andreini)/Sonetto CXVII

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Sonetto CXVII

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SONETTO CXVII.


Q
Uegli, onde l’alma e già da me divisa,

Per cui verso ad ogn’hor lagrime tante,
     Che fatto è sol di sua bellezza amante
     M’hà pur (ohime) perche l’adoro ancisa,
In mezo un bosco sovr’un tronco affisa
     Sparso di morte il languido sembiante
     Con le Fere parlando, e con le Piante
     Dicèa piangendo, e sospirando Nisa.
Ahi quando al nobil volto apersi il petto
     Mille giunsermi al cor pungenti spine,
     Onde gli affanni miei non han mai posa.
O di dolce principio amaro fine.
     Ma chi pernsato havrìa, che crudo effetto
     Piover devesse in noi stella pietosa?