Rime (Andreini)/Sonetto LXI

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Sonetto LXI

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Sonetto LX Sonetto LXII

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SONETTO LXI.


M
ille scorgo là sù Faci immortali,

Ch’adornan di splendor quel seggio eterno;
     Mà tra quei lumi ancor che tanti, e tali
     Sfavillar solo un vago Sol discerno.
Così qualhor à le terrene, e frali
     Cose intenta rivolgo il guardo interno;
     Fiammeggiar sol’ un Cinthio trà mortali
     Veggio, onde n’ha già scorno il Sol superno.
Lucido è sempre à noi, sempre secondo;
     Nè chiarezza maggiore al caldo, al gielo
     Di quella habbiam, ch’ei vaga à noi disserra.
Ma, ch’ei sia tale è meraviglia al Mondo?
     Se non sostien’ altro, che un Sol il Cielo
     Dè sostener altro, che un Sol la Terra?