XXIII. Sonetto di Ser Cecco [Francesco Benci e la corte]
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19 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Rime </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Francesco Berni</dc:creator>
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20110419194011
Rime - XXIII. Sonetto di Ser Cecco [Francesco Benci e la corte] Francesco BerniXVI secolo
XXIII. Sonetto di Ser Cecco [Francesco Benci e la corte]
Ser Cecco non può star senza la corte
e la corte non può senza ser Cecco;
e ser Cecco ha bisogno della corte
4e la corte ha bisogno de ser Cecco.
Chi vol saper che cosa sia ser Cecco
pensi e contempli che cosa è la corte:
questo ser Cecco somiglia la corte
8e questa corte somiglia ser Cecco.
E tanto tempo viverà la corte
quanto sarà la vita di ser Cecco,
11perché è tutt’uno ser Cecco e la corte.
Quando un riscontra per la via ser Cecco
pensi di riscontrar anco la corte,
14perché ambi dui son la corte e ser Cecco.
Dio ci guardi ser Cecco,
che se mor per disgrazia della corte,
17è ruvinato ser Cecco e la corte.
Ma da poi la sua morte,
arassi almen questa consolazione,
20che nel suo loco rimarrà Trifone.