Rime (Guittone d'Arezzo)/Non per meo fallo, lasso, mi convene

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Non per meo fallo, lasso, mi convene

../Ben si conosce lo servente e vede ../S'el si lamenta null'om di ventura IncludiIntestazione 13 settembre 2008 75% poesie

Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
Non per meo fallo, lasso, mi convene
Ben si conosce lo servente e vede S'el si lamenta null'om di ventura


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Il buon servente ha principalmente a cuore la rinomanza della sua donna.


     Ben si conosce lo servente e vede,
lo qual sua donna di puro core ama,
che ciò ch’è dentro fora mostra in fede,
4sempre di lei sguardando la fama,
     e sempre sua innoranza e valor chiede;
altro non prezza, non disia, né brama,
né moveria per cosa alcuna il piede
8in ciò ch’a lei giá mai recasse infama.
     Dicol per voi, madonna, veramente,
ch’eo non potrei savere alcun dannaggio,
11che vi facesse danno o disonore,
     che non desse tormento al meo coraggio:
di cosa detta mi sento dolente,
14ed a voi rendo me come a signore.

125

Non ha fallato; soffre e non lo dimostra; ma attende mercé dalla saggezza della donna.


     Non per meo fallo, lasso, mi convene
addimandar perdono e pietanza,
ed amorosi pianti e dolci pene
4patir, ch’eo n’aggio non per mia fallanza.
     Ma ’l fino amore tanto mi distene,
ch’aggio inver quella, in cui tegno speranza,
ch’eo porto in pace ciò, che m’addivene,
8e di penar non faccio dimostranza;
     però che ’n breve sua mercede attendo,
ché la mia donna è saggia e canoscente
11sí, che tornare al primo loco spero.
    Perch’io non son colpevol conoscendo,
ma pregherolla pietosamente,
14ch’ella mi dica perché m’è guerrero.