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Rime (Vittoria Colonna)/Sonetto CXIII

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Sonetto CXIII

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SONETTO CXIII


N
ella dolce stagion non s’incolora

     Di tanti fior, ovver frondi novelle
     La terra, nè sparir fa tante stelle
     Nel più sereno Ciel la vaga Aurora; 4
Con quanti alti pensier s’erge ed onora
     L’anima accesa, ricca ancor di quelle
     Grazie del lume mio, ch’altiere e belle
     Mostra ardente memoria d’ora in ora. 8
Tal potess’io ritrarle in queste carte,
     Qual impresse l’ho in cor, che mille amanti
     Infiammerei di casti fuochi eterni. 11
Ma chi potria narrar l’alme cosparte
     Luci del mortal velo, e quelli interni
     Raggi della virtù sì vivi e santi? 14