Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo/Notte d'autunno
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NOTTE D'AUTUNNO
Infuria il vento e nella bieca notte
Fredda la piova incalza.
L’acqua che stroscia dalle gronde rotte
4Sui ciottoli rimbalza.
Entro l’oscurità profonda e vuota
Delle vie taciturne
Guizzan, specchiate nell’immonda mota,
8Le fiammelle notturne,
E nel sordido fango e nel pattume
Putrefatto del suolo,
Miserabile spettro, agita il lume
12E fruga il ciccaiolo.
Quand’ecco dal silenzio esce lontano
Scalpito d’una rozza
E tra la pioggia, il vento ed il pantano,
16Appare una carrozza
Che in un dirugginìo di chiavistelli
Trabalza oscenamente,
Col profilo dei birri agli sportelli
20E le lanterne spente.
E il ciccaiol che vive razzolando
Nel brago e nel fetore,
Sente lo schifo e brontola sputando:
24«Passa un commendatore!»