Saggi poetici (Kulmann)/Parte seconda/Il fanciullo e la gru
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IL FANCIULLO E LA GRU
Te cento e cento volte
Saluto, o gru diletta!
Da lungo tempo stommi
Rivolto inverso i monti
5Meridionali e guardo,
Se tu, o cara, pur giungi!
Già della primavera
Tutti i minori augelli
Da noi giunti già sono:
10Lodole, verzellini,
Rondini, cingallegre,
Che animano cantando
La foresta ed i campi.
Ma tu, perchè tardasti?
15Scamparo gli altri forse
Senza la tua saputa?...
Dimmi, diletta grue,
Dimmi, dove t’alberghi
Ne’ giorni dell’autunno,
20Allor che ratta fuggi?
Perchè nessun di voi
Più vedesi ne’ campi
O sulle case nostre
Nel crudo verno e rio.
25Di’, forse avete stanza
Là nelle erranti nubi,
O su codeste nude
Cavernose montagne?
Più volte inchiesta farne
30Volli alla rondinella,
Che sotto il tetto nostro
Il suo nido sospese.
Ma non v’ha un sol momento
Ch’ella stiasi in riposo.
35Tutto il giorno volando,
Ora ella porta un fiocco
Di lana, or un’erbetta,
Or un pochin di musco,
Che insiem riunisce e adatta
40Coll’indefesso becco,
Ed io la rondinella
Stogliere non voleva
Dal fervido lavoro.
Alfin che mai poteva
45Dirmi la meschinella?
Tu, che lo puoi, spiegami
Ciò che saper vorrei.
Cheto starommi e attento.
La Gru
Il vendemmiar compito,
50Allor che già le smorte
Foglie della foresta
Cadono sparse al suolo,
E che de’ venti il soffio
Più freddo il verno annunzia
55E non lontana neve;
Là su quel monticello
Tutte raccolte in cerchio
Alto battendo l’ali
E con acuto strido,
60Ad un segnal del duce
Librate a vol scorriamo
I vasti piani e i monti,
E notte e dì volando
L’ottavo Sol ne trova
65Al vasto mare in riva.
Che sia tu il mar lo sai?
Il Fanciullo
Nol so; dimmelo, prego!
La Gru
Tu vedi, questa valle
Rinchiusa d’ogni lato
70È da scoscesi monti;
E voi, nel di lei fondo
Assisi state quasi
In una larga tina.
Ebben, là, da quel monte
75Discendono due rivi
Che, dopo breve corso,
Unendo le lor acque,
Formano quel laghetto.
Immagina ruscelli,
80Che nella valle cadono
Anche dagli altri monti;
Non è vero, che tosto
Tutta la vostra valle
Saria coperta d’acqua?
Il Fanciullo
85Ahi! ahi, grue diletta?
Ahimè, salvami! temo!
Ecco già vedo l’acqua
Venire furibonda,
E strascinarmi seco!
La Gru
90Oh non temer, fanciullo!
Non havvi acqua nè rivi.
Acchétati, carino!...
Ebbene, tale e molto
Più grande ancora è ’l mare.
95E noi lo traversiamo
Senza timore alcuno.
E tosto innanzi agli occhi
Immensurabil mostrasi
Bellissima vallea,
100Donde ben sette fiumi
Che strepitosi sboccano,
Van serpeggiando a correre
Nel mar che attraversiamo.
In questa valle noi
105Ritroviamo la state.
Là tosto ci annidiamo
In vetta a monti altissimi,
Il di cui piede ingombra
Immenso e largo spazio;
110Ma nell’alzarsi, poi
A grado a grado stringonsi
Così che le lor cime
Altissime, orgogliose,
Nelle nubi s’ascondono.
115Là ritroviam pur anco
Quel maestoso augello
Della stirpe de’ cigni:
Il vago Fenicoptero,
Cui le purpuree penne
120Ornano il collo e il petto.
E poi che i nati nostri
Forza al volar trovaro,
Noi pronti attraversiamo
Di nuovo il vasto mare;
125E ritorniamo lieti
A queste valli vostre,
Ben spesso accompagnati
Dal vago Fenicoptero.
Il Fanciullo
Grazie ti rendo, o cara,
130Per ciò che mi dicesti!
E chi suppor potea
Tant’e sì belle cose,
Che tu veder potesti,
O gru, cogli occhi tuoi?
135Finor io supponeva,
Che gli scoscesi monti,
Che chiudono d’intorno
Qual mura, nostra valle,
Fosser del ciel sostegno
140E limiti del mondo;
Che dietro a lor non fosse
Sol ch’atra notte e nera;
Che in cima a questi monti
Sua stanza il sole avesse
145Colla luna e la prole,
Le pargolette stelle;
Che ’l dì le stelle chete
Dormano fra le nubi,
E che di notte fulgide
150Seguano l’alma luna
Ne’ vasti eterei campi,
Quali i fanciulli seguono
Vacillanti la madre.
Io mi dicea più volte:
155«Allor che adulto io sia,
Ascenderò que’ monti,
E forse le stelluzze
Sorprenderò dormenti
Nelle lor variopinte
160Aeree liete cune.»