Saper vivere/Fuori di qui/VIII. In villeggiatura: poiché ci si deve andare

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VIII. In villeggiatura: poiché ci si deve andare

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VIII. In villeggiatura: poiché ci si deve andare
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VIII. In villeggiatura: poiché ci si deve andare

...infine, poiché la villeggiatura è, come dicono molti, un male sociale necessario, o come dicono molti altri, un bene fisico, più che necessario, poiché in villeggiatura, per un gran numero di persone, vi sono molte misteriose e imperiose ragioni di andare, il miglior consiglio, è di affrontare questo assillante problema annuale, con tutta la saggezza di cui si può disporre. Anzi tutto, con una indagine veramente poliziesca, lettere, informazioni, interviste, mettersi al corrente di tutti i vantaggi e di tutti gli inconvenienti del posto dove si deve andare. In quel paese, fa più caldo che in città: in quest’altro paese, ci piove sempre: in quell’altro, manca l’acqua: in quell’altro, ancora, gli [p. 112 modifica]indigeni odiano i villeggianti... lutto questo si può sapere, a marzo, ad aprile e, così, possibilmente, trovare un posto meno caldo, o meno piovoso, o dove ci sia l’acqua, o dove non manchi lo spirito di ospitalità. Dopo di che, lunga corrispondenza epistolare con albergatori, con locatori di ville, di villini, di appartamenti. dispute minuziose: finzione di rifiuto, pel prezzo troppo caro: ripresa di trattative: conclusione, quasi soddisfacente. Poi, affrontare la grande battaglia familiare, poiché questo problema della villeggiatuia, è un vero pomo di discordia in casa. Che pensa, che desidera, che vuole e che non vuole, la signora moglie, per questa villeggiatura? Discutiamo: cerchiamo di comprenderci: accomodiamoci: e stabiliamo tutto, il numero dei vestiti, il numero dei mantelli, il baule nuovo, il giorno della partenza, quello del ritorno, va bene, va bene, quel che la signora moglie chiede, si tenterà di fare come meglio si può, per contentarla. Che pensa il signor figlio primogenito, che decide, che farà di se stesso, del suo tempo, in villeggiatura, che cosa bisognerà fornirgli in abiti e in denaro? E la signorina figlia, la grande, la più pretensiosa, la più posatrice, che ne dice, qual è la sua opinione, quali sono i suoi gusti, qual è il suo capriccio, avanti, si spieghi, chiarisca, dia il suo consenso, o metta il suo veto. E dei servi, che faremo, Dio mio, terribile idea condurli seco, anche più terribile quella di lasciarli indietro, quadratura del cerchio, tu non sei nulla, al confronto di questo ultimo problema... Dopo di che, o marito, o capo di famiglia, non ti scoraggiare più oltre: sii ottimista, anche per questa villeggiatura, che ti sembra una croce estiva, che ti piomba sulle spalle, ogni anno. Può darsi che essa faccia bene alla tua [p. 113 modifica]salute: può darsi che ti dia l’occasione di un buon affare: può darsi che tua figlia trovi un buon marito, colà; può darsi che tua moglie guarisca i suoi nervi, sempre vacillanti; può darsi che tuo figlio si conduca quasi bene, per eccezione; può darsi che, in cambio di una pessima cameriera che se ne è andata, per la villeggiatura, tu ne trovi un’altra, quasi possibile: chi sa, chi sa, chi sa! La villeggiatura non è, forse, una parte dell’ignoto?