Software libero pensiero libero/Volume I/Parte prima/Il supporto per il software libero

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Volume I
Parte prima
Il supporto per il software libero

../La Free Software Foundation ../Obiettivi tecnici IncludiIntestazione 20 luglio 2008 75% Open Source

Richard Stallman - Software libero pensiero libero (2002)
Traduzione dall'inglese di Bernardo Parrella (2003)
Volume I
Parte prima
Il supporto per il software libero
Parte prima - La Free Software Foundation Parte prima - Obiettivi tecnici


La Free Software Foundation

La filosofia del software libero rigetta in particolare una diffusa pratica commerciale, ma non è contro il commercio. Quando un’impresa rispetta la libertà dell’utente, c’è da augurarle ogni successo. La vendita di copie di Emacs esemplifica un modo di condurre affari col software libero. Quando la FSF prese in carico quest’attività, dovetti trovare un’altra fonte di sostentamento. La trovai nella vendita di servizi relativi al software libero che avevo sviluppato, come insegnare argomenti quali programmazione di Emacs e personalizzazione di GCC, oppure sviluppare software, soprattutto adattamento di GCC a nuove architetture.

Oggi tutte queste attività collegate al software libero sono esercitate da svariate aziende. Alcune distribuiscono raccolte di software libero su CD-ROM, altre offrono consulenza a diversi livelli, dall’aiutare gli utenti in difficoltà, alla correzione di errori, all’aggiunta di funzionalità non banali. Si cominciano anche a vedere aziende di software che si fondano sul lancio di nuovi programmi liberi.

Attenzione però: diverse aziende che si fregiano del marchio "open source" in realtà fondano le loro attività su software non libero che funziona insieme con software libero. Queste non sono aziende di software libero, sono aziende di software proprietario i cui prodotti attirano gli utenti lontano dalla libertà. Loro li chiamano "a valore aggiunto", il che riflette i valori che a loro farebbe comodo che adottassimo: la convenienza prima della libertà. Se riteniamo che la libertà abbia più valore, li dovremmo chiamare prodotti "a libertà sottratta".