Software libero pensiero libero/Volume II/Introduzione

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Volume II
Introduzione

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Software libero pensiero libero Volume II - Parte prima

Libertà di software e di pensiero, grazie!

Prosegue la presentazione italiana dei saggi e degli interventi più significativi di Richard Matthew Stallman, fondatore del movimento del software libero. Come annunciato nel primo volume (maggio 2003), questo secondo tomo include i testi integrali delle varie licenze GNU, a partire dalla più affermata, la GPL, General Public License, nonché le trascrizioni di alcuni importanti interventi dal vivo di Stallman (quali “Copyright e globalizzazione nell’epoca delle reti informatiche” e “Software libero: libertà e cooperazione”). Viene così completata la versione nostrana di un libro originale – Free Software, Free Society: Selected Essays of Richard M. Stallman – dove vengono condensati oltre 20 anni di testi e interventi pubblici che hanno modificato la nostra stessa concezione dell’informatica e della tecnologia. Testi che, a scanso di equivoci, non si limitano a fare la storia del movimento del software libero, ma gettano anzi forti luci sul futuro di dinamiche al crocevia tra etica e legge, business e software, libertà individuale e società trasparente.

Questo secondo volume è inoltre arricchito da un’importante appendice: un documento in cui l’Associazione Software Libero aggiorna lo scenario su alcuni temi di scottante attualità anche per la scena italiana: l’EUCD (European Union Copyright Directive), i brevetti sul software, la pubblica amministrazione e il software libero. Si tratta in pratica di tre cavalli di battaglia – avviati dall’Associazione ma ovviamente aperti a chiunque voglia e vorrà coinvolgersi – attraverso i quali “scardinare, o almeno tentare, la visione imperante dell’informatica legata al pagamento delle licenze, alla mera esecuzione dei programmi, alla limitazione delle informazioni per trasformare gli utenti in ‘pigiatori’ di tasti e icone a cui manca però la conoscenza di fondo, quella che si cela dietro alle interfacce grafiche e che costituisce uno dei presupposti della libertà.” In ambito più generale, va invece segnalata l’iniziativa legale avviata lo scorso marzo dalla ex-Caldera, ora nota come Santa Cruz Operation (SCO), contro IBM e altre aziende che fanno uso del sistema GNU/Linux. Iniziativa che sembra porsi come una sfida lanciata contro l’intero mondo dell’open source e del software libero, ovvero mirata agli stessi utenti insieme a qualche big dell’industria informatica. Al riguardo è senz’altro il caso di riportare alcuni stralci della posizione assunta a fine giugno dalla Free Software Foundation (FSF), in cui Eben Moglen, esperto legale e Consigliere Generale della stessa FSF, interviene su alcuni dettagli importanti: “SCO accusa IBM di aver infranto i vincoli contrattuali tra le due aziende e di aver incorporato in ciò che SCO chiama genericamente “Linux” segreti industriali che riguardano la progettazione del sistema operativo UNIX. Quest’ultima affermazione è stata recentemente ampliata in dichiarazioni extragiudiziarie da parte del personale di SCO e di alcuni suoi dirigenti che hanno specificato che “Linux” incorpora materiale copiato da UNIX, violando il Copyright di SCO. Un’affermazione di questo tenore è contenuta anche in una lettera che SCO pare abbia inviato a 1500 tra le più grandi aziende al mondo mettendole in guardia dall’utilizzo del Software Libero sulla base di possibili responsabilità concernenti violazione di Copyright.”

Il testo di Eben Moglen (reperibile interamente in versione italiana: http://www.it.gnu.org/philosophy/sco-statement.it.html) prosegue sottolineando la confusione, apparentemente voluta, della posizione di SCO rispetto all’utilizzo del termine “Linux” per intendere “tutto il Software Libero” o “tutto il Software Libero che costituisce un sistema operativo simile a UNIX”. Aggiungendo come pur a fronte delle contestazioni sul segreto industriale, le uniche mosse nella causa contro IBM, va comunque notato il “semplice fatto che SCO ha per anni distribuito copie del kernel, Linux, come parte di sistemi GNU/Linux. Tali sistemi sono stati distribuiti da SCO nel pieno rispetto della GPL, e per ciò, includevano l’intero codice sorgente.” Con una conclusione che offre una precisa presa di posizione della FSF e dei sostenitori del software libero: “Di fronte a questi fatti, le dichiarazioni pubbliche di SCO sono quantomeno fuorvianti ed irresponsabili. SCO ha abilmente approfittato del lavoro di coloro che hanno fornito contributi da tutto il mondo. Le loro attuali dichiarazioni pubbliche costituiscono un volgare abuso dei principi della comunità del Software Libero, da parte di un membro che ha utilizzato tutto il nostro lavoro per il proprio tornaconto economico. La Free Software Foundation invita SCO a ritirare le proprie sconsiderate ed irresponsabili dichiarazioni e di provvedere a separare immediatamente i propri disaccordi commerciali con IBM dai propri doveri e le proprie responsabilità nei confronti della comunità del Software Libero.”

Da parte sua, Richard Stallman ha commentato qua e là la faccenda, ma senza eccessive preoccupazioni. Chiarendo, tra l’altro, punti chiave come il seguente: “In una comunità di più di mezzo milione di sviluppatori, non possiamo aspettarci che non avvengano mai casi di plagio. Ma non è un disastro; possiamo scartare tale materiale e proseguire. Se c’è materiale in Linux che è stato aggiunto senza il diritto legale di farlo, gli sviluppatori di Linux lo individueranno e lo sostituiranno. SCO non può usare i propri copyright, o i propri contratti con altre parti, per sopprimere i legittimi contributi di migliaia di altri soggetti. Lo stesso Linux non è più essenziale: il sistema GNU è diventato popolare in congiunzione con Linux, ma oggi gira su due kernel BSD e con il kernel GNU. La nostra comunità non può esse- re sconfitta da questa vicenda.”

Va aggiunto che, in piena estate 2003, le posizioni di media e industria, aziende e organizzazioni, addetti ai lavori e avvocati, a partire dalla scena statunitense per ampliarsi al resto del mondo, concordano su un fatto: l’iniziativa a tutto campo di SCO appare assurda, immotivata e condannata alla sconfitta. L’impressione generale è che l’ex-Caldera miri a risultati finanziariamente vantaggiosi, onde recuperare i diversi milioni di dollari persi sul mercato in anni recenti. Ciò include varie possibilità, dall’acquisto da parte della stessa IBM denunciata o altro gigante high-tech all’imposizione di licenze ad aziende Linux e/o ai singoli utenti. Non a caso l’ultima mossa di SCO è la registrazione di una nuova licenza di UnixWare avente come tar- get gli utenti commerciali di Linux, e in cui si impone ai distributori di usarne il kernel soltanto in versione binaria, bloccando in pratica l’accesso al codice sorgente, dal kernel 2.4 in poi. Pur senza quantificare, al momento SCO propone insomma ad aziende e utenti di pagare la licenza per il suo UnixWare 7.1.3, su cui girano sia applicazioni Linux che Unix. Comunque sia, finora tali iniziative non hanno provocato alcuna ripercussione negativa a livello di mercato, mentre le testate specializzate USA confermano che gli utenti non paiono per nulla scossi dalle minacce di SCO, vere o presunte che siano. A ridosso di ferragosto, è infine arrivata l’attesa contro-denuncia di IBM, la quale chiede in sostanza ai giudici dello Utah di archiviare la pratica vista la falsità delle accuse, imponendo anzi a SCO un rimborso danni “compensatori e punitivi”, pur senza specificarne l’ammontare.

In attesa di ulteriori sviluppi giudiziari o, forse meglio, del previsto patteggiamento tra le parti in causa, la vicenda ribadisce innanzitutto la forza raggiunta dal movimento free software (e open source) a livello commerciale, tale da replicare con fermezza anche a improvvise sfide legali ed eventuali ricadute a largo raggio. Un ambito complessivo in cui, oltre a difendersi in aula se e quando sarà il caso, restano più che valide le concezioni efficacemente illustrate da Richard Stallman in queste stesse pagine. Per rafforzarsi ulteriormente, ribattere a simili accuse e affrontare adeguatamente ogni tipo di sfida futura, possiamo giurare su un fatto: il movimento continuerà ad evolversi in sintonia con le pratiche di massima apertura e condivisione a livello globale che lo contraddistinguono da sempre. Espressione tanto concreta quanto catalizzante di un esperimento teso, ieri come oggi e domani, all’affermazione della libertà di tutti e di ciascuno.

Bernardo Parrella
berny@cybermesa.com
agosto 2003

Note