Sonetti (Salimbeni)/Quanto si può, si de' sanza disnore

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Sonetti (Salimbeni) A fine di riposo sempre affanno
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Sonetto di messer Benuccio Salimbeni.

     Quanto si può, si de’ sanza disnore
A se ed a sua parte ed a sua terra,
A dritto o a torto, fuggir l’altrui guerra,
Perchè fa servo de’ servi il signore.

     Ma quando il senno non vince l’errore.
Forse ch’è senno errar contra chi erra;
Che chi pur fugge, e chi pur porta serra,
Raccende più l’effrenato furore.

     Il troppo sofferir cresce baldanza
Alla disordinata volontate,
E dà materia a ingiuriar buon’usanza.

     Sicchè talora è di necessitate
Volgere il viso contra l’arroganza,
E secondo danar render derrate.