Sonetti per la infermità, e guarigione di Cosimo I dei Medici/Sonetto XXIX

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Sonetto XXIX.

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RISPOSTA


DI M. LEONARDO SALVIATI




SONETTO XXIX.


Dunque è pur ver, che ’l più gradito, e santo
     Spirto tra noi, che ’l più bel velo adombra,
     Cerca volarne al Ciel, la terra sgombra
     Di se lasciando, e d’ogni pregio, e vanto?

Deh se pur esser dee, d’oscuro ammanto
     Si vesta il Sol, che ’l falso apre, e disgombra.
     Ciò ch’al suo posar quì manco s’adombra,
     Venga al suo dipartir fosco altrettanto.

Deh qual fralezza il cor doglioso assale?
     Io per me prego ognor l’eterno Amore,
     S’ardente prego, e pio tant’alto sale,

La mia spene mi salvi, e ’l mio Signore;
     Ma, se suo fato al mio desir prevale,
     Fornisca seco il Mondo, e i giorni, e l’ore.