Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu/80: differenze tra le versioni
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Versione delle 01:00, 25 gen 2012
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GUIDO CAVALCANTI |
Dopo la morte poscia
Pianto e novel dolore.
Tu senti, ballatetta, che la morte
Mi stringe sì che vita m’abbandona,
E senti come ’l cor si sbatte forte
Per quel che ciascun spirito ragiona.
Tanto e distrutta già la mia persona
Ch’i’ non posso soffrire:
Se tu mi vuo’ servire
Mena l’anima teco,
Molto di ciò ti preco,
Quando uscirà del core.
Deh ballatetta, alla tua amistate
Quest’anima che trema raccomando:
Menala teco nella sua pietate
A quella bella donna a cui ti mando.
Deh! ballatetta, dille sospirando
Quando le se’ presente:
‘Questa vostra servente
Viene per star con vui,
Partita da colui
Che fu servo d’Amore.’
Tu, voce sbigottita e deboletta,
Ch’esci piangendo de lo cor dolente,
Coll’anima e con questa ballatetta
Va ragionando della strutta mente,
Voi troverete una donna piacente
Di sì dolce intelletto
Che vi sarà diletto
Davanti starle ognora.
Anima, e tu l’adora
Sempre nel su’ valore.
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