Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/111: differenze tra le versioni
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Il fior de’ tuoi gentili anni caduto: |
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La madre or sol, suo dì tardo traendo, |
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Parla di me col tuo cenere muto: |
Parla di me col tuo cenere muto: |
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Ma io deluse a voi le palme tendo; |
Ma io deluse a voi le palme tendo; |
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E se da lunge i miei tetti saluto, |
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Sento gli avversi Numi, e le secrete |
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Cure che al viver tuo furon tempesta; |
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E prego anch’io nel tuo porto quiete: |
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Questo di tanta speme oggi mi resta! |
Questo di tanta speme oggi mi resta! |
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Straniere genti, l’ossa mie rendete |
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Allora al petto della madre mesta.</poem> |
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Versione delle 19:59, 25 giu 2012
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UGO FOSCOLO
SONETTO
Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
Di gente in gente; mi vedrai seduto
Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
4Il fior de’ tuoi gentili anni caduto:
La madre or sol, suo dì tardo traendo,
Parla di me col tuo cenere muto:
Ma io deluse a voi le palme tendo;
8E se da lunge i miei tetti saluto,
Sento gli avversi Numi, e le secrete
Cure che al viver tuo furon tempesta;
11E prego anch’io nel tuo porto quiete:
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l’ossa mie rendete
14Allora al petto della madre mesta.