Pagina:Eneide (Caro).djvu/162: differenze tra le versioni

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Di Laomedonte, depredati e scórsi{{R|420}}
Di Laomedonte, depredati e scorsi{{R|420}}
Gli armenti e i campi nostri, che ancor guerra,
Gli armenti e i campi nostri, che ancor guerra,
Guerra ancor ne movete? E le innocenti
Guerra ancor ne movete? E le innocenti
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Ma sentite, e nel cor vi riponete
Ma sentite, e nel cor vi riponete
Quel ch’io v’annunzio. Io son Furia suprema{{R|425}}
Quel ch’io v’annunzio. Io son Furia suprema{{R|425}}
Ch’annunzio a voi quel che ’l gran Giove a Febo,
Ch’annunzio a voi quel che ’l gran Giove a Febo
E Febo a me predice. Il vostro corso
E Febo a me predice. Il vostro corso
È per l’Italia, e ne l’Italia arete
È per l’Italia, e ne l’Italia arete
E porto e seggio. Ma di mura avanti
E porto e seggio. Ma di mura avanti
La città che dal ciel vi si destina{{R|430}}
La città che dal ciel vi si destina,{{R|430}}
Non cingerete, che d’un tale oltraggio
Non cingerete, che d’un tale oltraggio
Castigo arete; e dira fame a tanto
Castigo arete; e dira fame a tanto
Vi condurrà, che fino anco le mense
Vi condurrà, che fino anco le mense
Divorerete". E, cosí detto, il volo
Divorerete. E, così detto, il volo
Riprese in vèr la selva, e dileguossi.{{R|435}}
Riprese in vèr la selva, e dileguossi.{{R|435}}
Sgomentaronsi i miei, cadde lor l’ira;
Sgomentaronsi i miei, cadde lor l’ira;
E prieghi, invece d’armi, e voti oprando,
E prieghi, invece d’armi, e voti oprando,
Mercé chiesero e pace, o dive o dire
Mercè chiesero e pace, o Dive o Dire
Che si fosser l’alate ingorde belve:
Che si fosser l’alate ingorde belve:
E ’l padre Anchise in su la riva sporte{{R|440}}
E ’l padre Anchise in su la riva sporte{{R|440}}
Al ciel le palme, e i gran celesti numi
Al ciel le palme, e i gran celesti numi
Umilmente invocando, indisse i sacri
Umilmente invocando, indisse i sacri
A lor dovuti onori: "O dii possenti,
A lor dovuti onori: O Dii possenti,
O dii benigni, voi rendete vane
O Dii benigni, voi rendete vane
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Versione delle 22:38, 11 dic 2014

[420-444] libro iii. 121

Di Laomedonte, depredati e scorsi420
Gli armenti e i campi nostri, che ancor guerra,
Guerra ancor ne movete? E le innocenti
Arpie scacciar del patrio regno osate?
Ma sentite, e nel cor vi riponete
Quel ch’io v’annunzio. Io son Furia suprema425
Ch’annunzio a voi quel che ’l gran Giove a Febo
E Febo a me predice. Il vostro corso
È per l’Italia, e ne l’Italia arete
E porto e seggio. Ma di mura avanti
La città che dal ciel vi si destina,430
Non cingerete, che d’un tale oltraggio
Castigo arete; e dira fame a tanto
Vi condurrà, che fino anco le mense
Divorerete. E, così detto, il volo
Riprese in vèr la selva, e dileguossi.435
     Sgomentaronsi i miei, cadde lor l’ira;
E prieghi, invece d’armi, e voti oprando,
Mercè chiesero e pace, o Dive o Dire
Che si fosser l’alate ingorde belve:
E ’l padre Anchise in su la riva sporte440
Al ciel le palme, e i gran celesti numi
Umilmente invocando, indisse i sacri
A lor dovuti onori: O Dii possenti,
O Dii benigni, voi rendete vane


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