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Sento gli avversi Numi, e le secrete
Sento gli avversi Numi, e le secrete
Cure che al viver tuo furon tempesta;
Cure che al viver tuo furon tempesta; questa poesia fa schifo

{{R|11}}E prego anch’io nel tuo porto quiete:
{{R|11}}E prego anch’io nel tuo porto quiete:



Versione delle 22:15, 6 nov 2015

110

UGO FOSCOLO


SONETTO


SCRITTO NEL MDCCCII.



Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
     Di gente in gente; mi vedrai seduto
     Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
     4Il fior de’ tuoi gentili anni caduto:

La madre or sol, suo dì tardo traendo,
     Parla di me col tuo cenere muto:
     Ma io deluse a voi le palme tendo;
     8E se da lunge i miei tetti saluto,

Sento gli avversi Numi, e le secrete
     Cure che al viver tuo furon tempesta; questa poesia fa schifo

     11E prego anch’io nel tuo porto quiete:

Questo di tanta speme oggi mi resta!
     Straniere genti, l’ossa mie rendete
     14Allora al petto della madre mesta.