Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/159: differenze tra le versioni

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<ref follow="pag98">{{Pt|do|Falcando}}, Romualdo Salernitano e Guglielmo di Tiro. Guglielmo I spediva centosessanta galee sulle coste africane in soccorso di Madia, Guglielmo II dugento vele in soccorso di Tiro, e l’ammiraglio Margaritone comandava un’armata di settantadue galee stanziata in Napoli. La mole e la capacità degli antichi legni era ben diversa, oltre di che l’odierna civiltà avendo assicurato per mezzo di leggi e di trattati l’osservanza di quel dritto che intercede fra gli uomini come fra le nazioni, avendo imposto il rispetto vicendevole
aido, Romualdo Salernitano e Guglielmo di Tiro. Guglielmo 1 spediva
delle bandiere fra loro, e sgombrato il mare da pirati, ha renduto sicuro per quanto è possibile il commercio; e la marina militare, per quel che riguarda le operazioni del traffico, lo difende più con la forza della opinione che con quella delle artiglierie. Anzi saremmo per dire che la marineria mercantile costituisce il vero esercito che serve ora ad accrescere la potenza delle nazioni, e le tariffe doganali sono le vere artiglierie, strumento delle pacifiche guerre del nostro secolo. Ma ne’ tempi de’ Normanni quelle numerose armate erano necessarie per tutelare anche il piccol commercio infestato dalle potenze rivali, che non si erano ancor ricomposte in forme stabili di governo, e dalle insidie de’ barbareschi. I pochi anni che corsero nel regno del primo Arrigo Svevo e nella minore età di Federigo furono funesti all’industria; ma venuto negli anni Federigo, non può dirsi che egli ed il suo successore si mostrassero meno solleciti che i Normanni nell’aiutarla. Primo pensiero fu quello dell’agricoltura e degli uomini destinati al lavoro, a’ quali essi medesimi stabilirono le mercedi. Davano a censo grandi tratti di terreno, imponendo obbligo di bonificare, fabbricavano città ne’ luoghi non sani, perchè il concorso purgasse l’aria contaminata. In quanto al traffico, furono stabilite pene speciali a’ mercatanti che ingannassero i loro paesani, e doppia pena
cenlosessanta galee sulle coste africane in soccorso di Madia,
a quelli che ingannassero gli stranieri. I pesi e le misure, la più indocile materia che le legislazioni abbiano a trattare, furono osservati, e modificati da’ Re Svevi. Le fiere, che nel medio evo erano un benefico e largo campo aperto alle merci delle varie province, divise fra loro per difetto di strade, furon protette da Federigo; e convenivano ad esse i commercianti della Grecia, della Dalmazia, dell’Illirico e dell’Asia; e le merci che vi si vendevano</ref>
Guglielmo li dugento vele in soccorso di Tiro, e l’ammiraglio Margariione
comandava un’armata di seitantadue galee stanziata in
Napoli. La mole e la capacità degli antichi legni era ben diversa,
oltre di che l’odierna civiltà avendo assicurato per mezzo di leggi
e di trattati l’osservanza di quel dritto che intercede fra gli uomini
come fra le nazioni, avendo imposto il rispetto vicendevole
delle bandiere fra loro, e sgombrato il mare da pirati, ha renduto
sicuro per quanio è possibile il commercio; e la marina militare,
per quel che riguarda le operazioni del traffico, Io difende
più cori la forza della opinione che con quella delle artiglierie,
Afìzi saremmo per dire che la marineria mercantile costituisce il
vero esercito che serve ora ad accrescere la potenza delle nazioni,
e le lariife doganali sono le vere artiglierie, strumento delle pacifiche
guerre del nostro secolo. Ma ne* tempi de’ Normanni quelle
numerose armate erano necessarie per tutelare anche il piccol commercio
infestato dalle potenze rivali, che non si erano ancor ricomposte
in forme slabili di governo, e dalle insidie de’ barbareschi.
1 pochi anni che corsero nel regno del primo Arrigo Svevo e nella
minore età di Federigo furono funesti all’industria -, ma venuto
negli anni Federigo, non può dirsi che egli ed il suo successore
si mostrassero meno solleciti che i Normanni nell’aiutarla.
Primo pensiero fu quello dell’agricoltura e degli uomini destinati
al lavoro, a’ quali essi medesimi stabilirono le mercedi. Davano
a censo grandi tratti di terreno, imponendo obbligo di bonificare,
fabbricavano città ne’luoghi non sani, perchè il concorso purgasse
l’aria contaminata. In quanto al traffico, furono stabilite pene speciali
a’ mercatanti che ingannassero i loro paesani, e doppia pena
a quelli che ingannassero gli stranieri. I pesi e le misure, la più
indocile materia che le legislazioni abbiano a trattare, furono osservati, e modificati da’ Re Svevi. Le fiere, che nel medio evo
erano un benefico e largo campo aperto alle merci delle varie province, divise fra loro per difetto di strade, furon protette da Federigo; e convenivano ad esse i commercianti della Grecia, della
Dalmazia, dell’Illirico e dell’Asia ^ e le merci che vi si vendevano
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per se; creando lui giudici, governadori, ed altri mini-

    do, Romualdo Salernitano e Guglielmo di Tiro. Guglielmo I spediva centosessanta galee sulle coste africane in soccorso di Madia, Guglielmo II dugento vele in soccorso di Tiro, e l’ammiraglio Margaritone comandava un’armata di settantadue galee stanziata in Napoli. La mole e la capacità degli antichi legni era ben diversa, oltre di che l’odierna civiltà avendo assicurato per mezzo di leggi e di trattati l’osservanza di quel dritto che intercede fra gli uomini come fra le nazioni, avendo imposto il rispetto vicendevole delle bandiere fra loro, e sgombrato il mare da pirati, ha renduto sicuro per quanto è possibile il commercio; e la marina militare, per quel che riguarda le operazioni del traffico, lo difende più con la forza della opinione che con quella delle artiglierie. Anzi saremmo per dire che la marineria mercantile costituisce il vero esercito che serve ora ad accrescere la potenza delle nazioni, e le tariffe doganali sono le vere artiglierie, strumento delle pacifiche guerre del nostro secolo. Ma ne’ tempi de’ Normanni quelle numerose armate erano necessarie per tutelare anche il piccol commercio infestato dalle potenze rivali, che non si erano ancor ricomposte in forme stabili di governo, e dalle insidie de’ barbareschi. I pochi anni che corsero nel regno del primo Arrigo Svevo e nella minore età di Federigo furono funesti all’industria; ma venuto negli anni Federigo, non può dirsi che egli ed il suo successore si mostrassero meno solleciti che i Normanni nell’aiutarla. Primo pensiero fu quello dell’agricoltura e degli uomini destinati al lavoro, a’ quali essi medesimi stabilirono le mercedi. Davano a censo grandi tratti di terreno, imponendo obbligo di bonificare, fabbricavano città ne’ luoghi non sani, perchè il concorso purgasse l’aria contaminata. In quanto al traffico, furono stabilite pene speciali a’ mercatanti che ingannassero i loro paesani, e doppia pena a quelli che ingannassero gli stranieri. I pesi e le misure, la più indocile materia che le legislazioni abbiano a trattare, furono osservati, e modificati da’ Re Svevi. Le fiere, che nel medio evo erano un benefico e largo campo aperto alle merci delle varie province, divise fra loro per difetto di strade, furon protette da Federigo; e convenivano ad esse i commercianti della Grecia, della Dalmazia, dell’Illirico e dell’Asia; e le merci che vi si vendevano

     Celano — Vol. I. 21