Vai al contenuto

Pagina:Steno - La Veste d'Amianto.djvu/65: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
 
Luigi62 (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 50%
+
Pagine SAL 75%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Nop}}



C’era molta amarezza nella voce della fanciulla e anche un tremito lieve che sapeva un poco di pianto.
C’era molta amarezza nella voce della fanciulla e anche un tremito lieve che sapeva un poco di pianto.
Riga 13: Riga 13:
— Voi siete in casa vostra.
— Voi siete in casa vostra.


E vero, forse; ma lasciatemi l’illusione d’essere vostra ospite.
È vero, forse; ma lasciatemi l’illusione d’essere vostra ospite.


— Ahimè! io temo, in questo caso, ’di dovermi sentire mortificato della povera ospitalità che vi posso offrire. Vedete, non possiedo nemmeno una sedia.
— Ahimè! io temo, in questo caso, di dovermi sentire mortificato della povera ospitalità che vi posso offrire. Vedete, non possiedo nemmeno una sedia.


— Sarebbe superflua. Eccomi accomodata magnificamente, — fece Susanna andando a sedere sopra una cassa contenente due latte di benzina.
— Sarebbe superflua. Eccomi accomodata magnificamente, — fece Susanna andando a sedere sopra una cassa contenente due latte di benzina.
Riga 29: Riga 29:
— Sì.
— Sì.


— Ma non avete espresso mai questo ’desiderio.
— Ma non avete espresso mai questo desiderio.


— Mi è venuto soltanto adesso.
— Mi è venuto soltanto adesso.
Riga 37: Riga 37:
— Subito, così.
— Subito, così.


E impossibile, cara signorina.
È impossibile, cara signorina.


— Non pronunziate codesta parola: essa è assurda sulle vostre labbra.
— Non pronunziate codesta parola: essa è assurda sulle vostre labbra.

Versione delle 16:47, 8 gen 2017


— 59 —


C’era molta amarezza nella voce della fanciulla e anche un tremito lieve che sapeva un poco di pianto.

— Perchè? — interrogò Noris stupito.

— Perchè esigo che mi riteniate capace di giudicare un uomo anche astraendo dal suo vestito.

— Non ne dubito.

— E allora non scusatevi. Chiedetemi piuttosto perchè sono qui.

— Voi siete in casa vostra.

— È vero, forse; ma lasciatemi l’illusione d’essere vostra ospite.

— Ahimè! io temo, in questo caso, di dovermi sentire mortificato della povera ospitalità che vi posso offrire. Vedete, non possiedo nemmeno una sedia.

— Sarebbe superflua. Eccomi accomodata magnificamente, — fece Susanna andando a sedere sopra una cassa contenente due latte di benzina.

Noris sorrise, forse per la prima volta, di fronte a lei, d’un buon sorriso di simpatia.

— E adesso, — disse Susanna, — sappiate che io sono venuta per volare con voi.

Ettore Noris guardò la fanciulla sbalordito.

— Volete volare?

— Sì.

— Ma non avete espresso mai questo desiderio.

— Mi è venuto soltanto adesso.

— E volete soddisfarlo subito, così?

— Subito, così.

— È impossibile, cara signorina.

— Non pronunziate codesta parola: essa è assurda sulle vostre labbra.

— Eppure debbo ripeterla: è impossibile.

— Sentiamo perchè.

— Per una infinità di ragioni: intanto, io, stamane non volo.

— Aspetterò dopo mezzogiorno.

— Siete eroica. Ma avete il permesso di vostro padre?

— Mio padre non sa nulla.