Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/369: differenze tra le versioni

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S’alcuno il diavol tenta
S’alcuno il diavol tenta
di lor parlare a taccia,
di lor parlare a taccia,
sí gli dí ch’e’ si taccia.<!-- dí scritto con accento e non con apostrofo -->
sí gli dí ch’e’ si taccia.
Sie largo; e, d’altra parte,
Sie largo; e, d’altra parte,
non far del tu’ cuor parte:{{r|450}}
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Versione delle 03:00, 6 gen 2019


detto d’amore 363

si che n’oda la nota
quella che ’l tu’ cor nota.420
Se sai giucar di lancia
prendila e sí la lancia,
e corri e sali e salta,
che troppo gente assalta:
far cosa che lor seggia,425
gli mette in alta seggia.
Belle robe a podere,
secondo il tu’ podere,
vesti, fresche e novelle,
si che n’oda novelle430
l’amor, cu’ tu ha’ caro
piú che ’l Soldano il Caro.
E s’elle son di lana,
sí non ti paia l’ana
a devisar l’intagli,435
se tu ha’ chi gli ’ntagli.
Nove scarpette e calze
convien che tuttor calze;
della persona conto
ti tieni; e nul mal conto440
di tua bocca non s’oda,
ma ciascun pregia e loda.
Servi donne ed onora,
ché via troppo d’onor ha
chi vi mette sua ’ntenta.445
S’alcuno il diavol tenta
di lor parlare a taccia,
sí gli dí ch’e’ si taccia.
Sie largo; e, d’altra parte,
non far del tu’ cuor parte:450
tutto ’n quel luogo il metti
lá dove tu l’ammetti;
ch’egli è d’Amor partito
chi ’l su’ cuor ha partito,