Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/190: differenze tra le versioni
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184 | poemetti allegorico-didattici |
di fine intaglio tal che non si scorza;
èvi Pompeio come mandò Cornilla
nell’isola Lesbuno, e cui con ella;
com’ella si partio, piagnendo, a forza.
Èvi Femonoè, quella sibilla 151
che rdicea li risponsi d’Appollo;
che de le .x. sibille fu quella,
e Vergilio ’l su’ dir versificollo;
di Cristo disse la prima novella,
e del die del giudicio, e profetollo.
Appiusso la mandò tra le domonia,
dissegli che morrebbe in Macedonia,
de la battaglia, ciò che domandollo.
Èvi Ericonne ch’iera incantatrice, 152
che giacea ne’ sepolcri scapigliata;
come Sestusso gran prieghi le fece;
per la guerra che ’l padre avea ’mpigliata;
quella parea de’ domonî una vece,
molto si rallegrò de l’ambasciata;
e tolse un corpo morto di presente,
e chiamò que’ d’abisso strettamente;
tardandol fe’ di lor gran minacciata.
E cinsesi uno scoglio di serpente, 153
e fece fumi e sue congiurazioni;
e l’anima rivenne immantenente
nel corpo, per la tema de’ domoni;
disse Ericonne: «Parla arditamente,
de la battaglia di’ le condizioni».
Quell’anima parlò molt’affannata,
disse: «In inferno ha grande apparecchiata,
e son divise tutte legioni.
Tutto lo Inferno è ’n guerra scomunato; 154
e son divisi tutti li domonî;