Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VII.djvu/373: differenze tra le versioni
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IL TUTORE | 359 |
Rosaura. Eh, la troverà.
Beatrice. Oh se la troverà! Ascoltatemi. (a Florindo) Ragazza non la vorrete.
Florindo. Oh ragazza! Come ragazza? Vi sono delle ragazze grandi, e delle ragazze piccole.
Beatrice. Voglio dire ... (Non vorrei ...) (da sè) Per esempio, di che età la vorreste?
Florindo. Eh, che so io? Così ... (verso Rosaura)
SCENA XVI.
Corallina e detti
Corallina. Signora, il signor Lelio Bisognosi.
Beatrice. Oh venga, venga. Metti una sedia.
Corallina. Subito. (vuol metter la sedia presso Beatrice)
Beatrice. No, no, mettila da quell’altra parte.
Corallina. Vicino alla signorina?
Beatrice. Sì.
Florindo. (Questa mi dispiace. Lelio è un impertinente). (da sè)
Corallina. (Ho inteso: è una madre discreta; vuol far le parti giuste colla figliuola. Uno per una). (da sè, via)
Rosaura. Signora madre, io me ne potrei andare.
Beatrice. Eh via, restate, scioccherella1.
SCENA XVII.
Lelio e detti.
Lelio. Servitor umilissimo di lor signore; amico, vi riverisco. (Florindo lo saluta)
Rosaura. Serva.
Beatrice. Viva il signor Lelio, favorite, sedete.
Lelio. Son ben fortunato a ritrovar questa sedia vacante vicino a questa bella fanciulla2.