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Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/149: differenze tra le versioni

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che vendicato. Eppur saperlo, e starsi,
che vendicato. Eppur saperlo, e starsi,
chi ’l puote?... Oh qual di sangue scorrer veggio
chi ’l puote?... Oh qual di sangue scorrer veggio
orribil fiume! oh quali stragi! oh quante!...
orribil fiume! oh quali stragi! oh quante!...
L’amistà di Creonte un don mi fea
L’amistá di Creonte un don mi fea
funesto...
funesto...
Antig.+5 Or sí, fratello, or davvero
;Antig.
Or sí, fratello, or si davvero
compiango io te. Che di’? nunzia è di morte
compiango io te. Che di’? nunzia è di morte
del rio Creonte l’amistà.
del rio Creonte l’amistá.
;Gioc.
Gioc.+11 Finora
Finora
per Polinice, è ver, pender nol vidi:
per Polinice, è ver, pender nol vidi:
ma che perciò? Figlia, osi tu?...
ma che perciò? Figlia, osi tu?...
;Polin.
Polin.+14 Creonte
Creonte
pende per me, per la mia giusta causa,
pende per me, per la mia giusta causa,
assai piú ch’altri.
assai piú ch’altri.
Antig.+8 Ei vi tradisce tutti;
;Antig.
Ei vi tradisce tutti;
ed io vel giuro: ei si fa giuoco, il crudo,
ed io vel giuro: ei si fa giuoco, il crudo,
di voi, de’ dritti vostri.
di voi, de’ dritti vostri.
Gioc.+10 Onde tai sensi?
;Gioc.
Onde tai sensi?
Che ardisci tu? Non m’è fratel Creonte?
Che ardisci tu? Non m’è fratel Creonte?
E a’ suoi nepoti?...
E a’ suoi nepoti?...
Antig.+8 Ahi! troppo io tacqui, o madre;
;Antig.
Ahi! troppo io tacqui, o madre;
ed or, non parlo a caso. Emon gli è figlio,
ed or, non parlo a caso. Emon gli è figlio,
a quel Creonte, a cui tu sei sorella;
a quel Creonte, a cui tu sei sorella;
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al trono aspira; e qual, qual v’ha misfatto,
al trono aspira; e qual, qual v’ha misfatto,
che al trono adduca, e non s’imprenda in Tebe?
che al trono adduca, e non s’imprenda in Tebe?
Gioc.+ Nol creder, no... Ma pur, chi sa?... Mancava
;Gioc.
Noi creder, no... Ma pur, chi sa?... Mancava
questo a tant’altri orrori!...
questo a tant’altri orrori!...
;Polin.
Polin.+12 Ove l’incauto
Ove l’incauto
piede inoltrai? Qual laberinto infame
piede inoltrai? Qual laberinto infame
di perfidia inaudita! Io qui, tra’ miei
di perfidia inaudita! Io quí, tra’ miei
annoverar deggio i piú feri atroci
annoverar deggio i piú feri atroci
nemici miei? — Ma voi, ch’io ascolto, voi,
nemici miei? — Ma voi, ch’io ascolto, voi,
che in amica sembianza a me dintorno
che in amica sembianza a me dintorno
rimiro; oh ciel! chi ’l sa, se in voi si annida
rimiro; oh ciel! chi ’l sa, se in voi si annida
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Versione delle 18:59, 4 mag 2020


atto terzo 143
che vendicato. Eppur saperlo, e starsi,

chi ’l puote?... Oh qual di sangue scorrer veggio
orribil fiume! oh quali stragi! oh quante!...
L’amistá di Creonte un don mi fea
funesto...
Antig.   Or sí, fratello, or sí davvero
compiango io te. Che di’? nunzia è di morte
del rio Creonte l’amistá.
Gioc.   Finora
per Polinice, è ver, pender nol vidi:
ma che perciò? Figlia, osi tu?...
Polin.   Creonte
pende per me, per la mia giusta causa,
assai piú ch’altri.
Antig.   Ei vi tradisce tutti;
ed io vel giuro: ei si fa giuoco, il crudo,
di voi, de’ dritti vostri.
Gioc.   Onde tai sensi?
Che ardisci tu? Non m’è fratel Creonte?
E a’ suoi nepoti?...
Antig.   Ahi! troppo io tacqui, o madre;
ed or, non parlo a caso. Emon gli è figlio,
a quel Creonte, a cui tu sei sorella;
noto gli è il padre; e pur mi disse ei stesso...
Che val? Di nuovo il giuro, ambi ei v’abborre:
al trono aspira; e qual, qual v’ha misfatto,
che al trono adduca, e non s’imprenda in Tebe?
Gioc. Nol creder, no... Ma pur, chi sa?... Mancava
questo a tant’altri orrori!...
Polin.   Ove l’incauto
piede inoltrai? Qual laberinto infame
di perfidia inaudita! Io quí, tra’ miei
annoverar deggio i piú feri atroci
nemici miei? — Ma voi, ch’io ascolto, voi,
che in amica sembianza a me dintorno
rimiro; oh ciel! chi ’l sa, se in voi si annida